Il retroscena prima del Gran Premio dell’Arabia Saudita

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Il secondo appuntamento del Mondiale di Formula Uno nel Gran Premio dell’Arabia Saudita ha visto il campione del mondoin carica, MaxVerstappen, conquistare la prima posizione a tre giri dal termine, sopravanzando Charles LeClerc, che si è dovuto accontentare del secondo gradino del podio, davanti al suo collega della Ferrari, CarlosSainz, mantenendo la testa della classifica generale.

Ma a tenere banco sul circuito di Jeddah è quanto accaduto prima e durante il weekend, che ha messo a serio rischio lo svolgimento della gara. Durante il venerdì delle prove libere, a pochi chilometri dalla pista, un attacco terroristico aveva colpito un impianto dell’Aramco, società saudita di idrocarburi, nonché sponsor del Gran Premio e della Formula Uno, da parte di un gruppo estremista yemenita.

L’esplosione e la grande nuvola di fumo avevano messo in apprensione piloti e team che, infatti, avevano minacciato anche di non correre per paura di subire ulteriori attacchi. Un problema che ha allarmato gli organizzatori e i vertici della FIA che hanno richiamato sia i piloti sia i team principal delle varie scuderie in una riunione d’urgenza che si è protratta fino alla notte inoltrata del venerdì.

Ore concitate durante le quali il CEO della Formula Uno Stefano Domenicale e il Presidente della FIA Bin Sulayem hanno condotto un fitto dialogo con le autorità locali, ricevendo rassicurazioni sul normale e sicuro svolgimento del Gran Premio. Alla fine, seppur alcuni piloti non fossero pienamente soddisfatti da tali dichiarazioni, si è trovato un accordo e la gara si è disputata senza alcun rischio o problema, tolto il terribile incidente di Mick Schumacher alle qualifiche, fortunatamente uscito illeso ma assente durante la gara.

Il prossimo appuntamento presente in calendario sarà in Australia sul Circuito Albert Park di Melbourne, previsto domenica 10 aprile.

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