La notizia era attesa ormai da giorni e nelle scorse ore è arrivata l’ufficialità da parte dei vertici della Formula Uno. Nella stagione 2023, nel calendario del Mondiale verrà inserito il Gran Premio di Las Vegas, che sarà il terzo in terra a stelle e strisce, dopo quello di Miami del prossimo 8 maggio e quello sulla pista di Austin previsto per il 23 ottobre.
Non è la prima volta che la Formula Uno scende in pista nella “Città del peccato” dello Stato del Nevada, dopo l’edizione del 1981 e del 1982.
Per il 2023 il Gran Premio verrà disputato su un circuito cittadino nel quale alcuni tratti saranno sulla famosa Strip, la strada più frequentata di Las Vegas, con locali notturni, casinò e luci. E proprio per rendere la corsa più spettacolare possibile, come del resto è nell’anima della città immersa nel deserto, è stato scelto di far spegnere i semafori alle ore 22 americane, di sabato. Una decisione che ha lasciato un po’ perplessi gli appassionati europei delle quattro ruote che, per vederlo in diretta, saranno costretti a svegliarsi alle 7, per via del fuso orario.
A commentare questa decisione è stato Stefano Domenicali, CEO della Formula Uno: “Questo è un momento incredibile per la Formula 1 e dimostra l’enorme fascino e la crescita del nostro sport con una terza gara negli Stati Uniti. Las Vegas è una destinazione conosciuta in tutto il mondo per l’ospitalità, le emozioni e, naturalmente, la famosa Strip. Non c’è posto migliore per correre la Formula 1 che nella capitale mondiale dell’intrattenimento e non vediamo l’ora di essere qui l’anno prossimo”.
A fargli da eco anche il CEO della Liberty Media, la società che si occupa della promozione e dei diritti commerciali della Formula Uno, Greg Maffei, che ha sottolineato come la scelta del sabato e dell’orario faccia felici, per una volta, i tifosi americani, che accorreranno in massa in Nevada e che, a differenza di quello che solitamente accade, non dovranno fare i conti con gli orari europei.
Resta invece da verificare l’eventuale ritorno a Sochi per il Gran Premio di Russia, annullato nell’edizione attuale come risposta all’invasione in Ucraina.