La decisione dei Brooklyn Nets su Kyrie Irving

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La situazione di Kyrie Irving, playmaker dei Brooklyn Nets e campione della NBA con i Cleveland Cavaliers nel 2016, si era fatta già complicata nelle scorse settimane, ma ora ha avuto un’accelerata negativa per l’imminente futuro del giocatore statunitense di origini australiane.

I Brooklyn Nets hanno deciso di metterlo fuori squadra, motivando tale decisione con le parole del general manager Sean Marks che ha sottolineato come la franchigia di New York non abbia bisogno di giocatori non impiegabili a tempo pieno. Questo perché secondo le regole vigenti nello Stato, chi non si è sottoposto al vaccino anticovid non può entrare in luoghi chiusi come appunto il campo di allenamento e l’Arena. Il che comporterebbe l’esclusione non solo dalle sedute di training ma anche dalle partite giocate in casa dai Nets (41 in totale sulle 82 previste per la Regular Season). Metterlo fuori squadra rappresentava l’unica soluzione possibile, non potendo essere “tagliato” dalla squadra per le regole della NBA che impedisce tale misura per motivi riconducibili alla vaccinazione.

A nulla sono servite le parole dei suoi compagni di squadra come quelle di Kevin Durant, per convincere il giocatore a vaccinarsi, così come sono stati ininfluenti i momenti trascorsi con la squadra durante gli allenamenti prestagionali a San Diego. Kyrie Irving è rimasto convinto della sua decisione di non vaccinarsi. Una situazione che oltre a compromettere questo momento di carriera del playmaker, mette nei guai anche i Nets, una delle pretendenti al titolo che vedrà il suo terzetto di stelle Irving-Durant-Harden, azzoppato di un uomo determinante.

Chi è vicino al giocatore ha riferito i pensieri di Irving che ha sottolineato come lui non sia assolutamente un novax ma sta portando avanti una battaglia di principio per tutti coloro che hanno perso il lavoro per non essersi allineato a obblighi che interessano la sfera personale e fisica della gente.

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