Pur mancando ancora molti mesi alla partita, negli Stati Uniti stanno già facendo i conti per quel che riguarda gli aspetti economici di uno degli eventi più seguiti oltreoceano e nel mondo. Stiamo parlando ovviamente del SuperBowl, l’atto finale del campionato di football americano NFL, previsto il 13 Febbraio al SoFiStadium di Los Angeles.
Come riporta Calcio&Finanza, il sito Front Office Sports ha fatto una stima sull’impatto complessivo che questa manifestazione avrà in termini economici e di occupazione. Secondo il report, l’impatto sarà una cifra compresa tra i 234 milioni e 477 milioni di dollari. Inoltre, il SuperBowl comporterà un aumento dell’occupazione nella città californiana, rappresentato da 2200 fino a 4700 nuovi posti di lavoro nel settore dei trasporti, dei soggiorni e della ristorazione.
Il settore alberghiero sarà quello che beneficerà maggiormente del finale di NFL con circa 150mila persone che si sposteranno a Los Angeles per assistere all’evento, e il cui alloggio breve (in media quattro giorni) genererà ricavi complessivi intorno ai 260 milioni di dollari.
Mettendo a confronto il Super Bowl con un altro evento seguitissimo a livello globale come la finale di Champions League ci accorgiamo subito dell’enorme gap che esiste in queste due manifestazioni a livello di ricavi. Malgrado nella finale delle due discipline sia quella calcistica ad avere la meglio con un audience totale di 180 milioni contro i 140 milioni del football americano, la Lega statunitense fattura in ogni stagione circa 7 miliardi di dollari contro gli “appena” 2,4 della Coppa dalle Grandi Orecchie.
Anche a livello di indotto non c’è storia: le stime al massimo ribasso per il SuperBowl parlano di circa 234 milioni di dollari contro i 123 milioni ottenuti nella finale di Champions a Madrid del 2019, l’ultima prima dell’arrivo del Covid, di cui circa 66 andati all’economia della capitale spagnola.
Una questione che in tempi non sospetti ha allarmato Andrea Agnelli. Il Presidente della Juventus, infatti, avrebbe sottolineato come la Champions League, il cui bacino di utenza degli appassionati è 10 volte più grande di quello del football americano, debba sfruttare tutto il suo potenziale e divenire l’evento più remunerativo al mondo.