Torna a tenere banco negli Stati Uniti lo scandalo delle molestie sessuali nel mondo della ginnastica. Sono passati 4 anni da quando l’allora medico della Federazione Larry Nassar veniva condannato a 60 anni di carcere per pedopornografia, pena divenuta ancora più pesante (fino a 175 anni) nel 2018 in via definitiva per molestie e abusi sessuali su atlete, anche minorenni. Le azioni criminali del mostro sono state confermate anche da alcune atlete della squadra nazionale di ginnastica che hanno trovato il coraggio di denunciare gli abusi.
Tra queste anche la pluricampionessa Simone Biles che negli scorsi giorni, insieme ad altre 3 colleghe si è presentata in Senato per testimoniare davanti a una commissione creata ad hoc per questa faccenda.
Le parole utilizzate dalla Biles, visibilmente scossa e in lacrime, sono dure e molto dirette nei confronti della Federazione di Ginnastica ma anche verso la gestione dell’indagine da parte dell’FBI.
Dando ovviamente la colpa in via primaria a Nassar, l’atleta statunitense ha accusato il bureau americano di non aver preso realmente sul serio le denunce da parte delle atlete, e in alcuni casi aver archiviato le testimonianze del passato. Una delle sue colleghe, McKaylaMaroney, presente anche lei in aula, ha dichiarato di aver contattato nel 2019 un agente dell’FBI per riferire sugli abusi subiti da Nassar. Stando a quanto detto, quegli abusi non vennero presi in considerazione in un primo momento, salvo poi a distanza di oltre un anno essere bollati come menzogne.
L’accusa generale delle ginnaste è quello di aver consentito che queste violenze continuassero nel tempo, senza un impegno reale per verificare quanto denunciato in passato.
Il capo dell’FBI ChristoferWray si è scusato per la negligenza, sottolineando come siano state rafforzare le linee guida in tema di denunce per abusi sessuali. Una cosa che, se fa prima, avrebbe evitato che decine di persone, ricordiamo anche minorenni, divenissero vittime del mostro Nassar.