A Pechino 2022 gli atleti vivranno in un clima “orwelliano”

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Le Olimpiadi invernali di Pechino 2022, che prenderanno il via il prossimo 4 febbraio e termineranno il 20 dello stesso mese, stanno generando molte polemiche ancor prima di iniziare, soprattutto per quel che riguarda i diritti civili e la libertà di espressione.

Al riguardo, come riportato dal giornale britannico The Guardian, gli atleti, gli allenatori e tutti gli addetti ai lavori stranieri saranno ipercontrollati con un sistema di sorveglianza definito “orwelliano”, prendendo spunto da quanto scritto dall’autore inglese nel suo celebre romanzo“1984”. Sarà quindi vietato difendere i diritti umani o giudicare l’operato presente e passato del Governo cinese, con particolare riferimento ad alcune vicende controverse come il tema della discriminazione della minoranza uiguri. In caso contrario i responsabili di tali parole verranno esclusi dalla manifestazione a cinque cerchi.

Una evidenza testimoniata dalle parole dell’Ambasciata cinese negli Stati Uniti, nelle quale si è sottolineato che chiunque si rendesse protagonista di dichiarazioni contrarie allo spirito olimpico e alle leggi e regolamenti cinesi verrà punito senza ombra di dubbio.

Al riguardo è intervenuta la ONG Human Rights che ha avvertito gli atleti coinvolti sulle grandi capacità di controllo che il governo cinese ha in ogni settore attraverso intelligenza artificiale, big data e sorveglianza nei social media, consigliando loro di stare molto attenti a quello che dicono, prendendo come esempio quanto accaduto alla tennista PengShuai.

Sulla vicenda ha detto la sua anche Rob Koehler, direttore generale di Global Athlete, che si è detto preoccupato, non avendo ancora avuto garanzie sulla protezione degli atleti da parte del Comitato Olimpico Internazionale, pur consigliando loro di non parlare.

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